10 vini rossi da bere quest’inverno. Anzi 10 + 1 - Adnkronos.com

2023-02-28 14:23:35 By : Mr. Vincent Zhang

Ci siamo affidati a Lukas Gerges, Wine Director del St. Hubertus, ristorante tre stelle Michelin di San Cassiano, in Alta Badia.

L’inverno è ancora lungo. Ma Lukas ha saputo fornirci 10 + 1 motivi per amarlo alla follia. Sul divano, raggomitolati nelle coperte, meditando davanti al camino o a tavola per una mangiata epica con gli amici, ecco undici strepitosi vini rossi, perfetti per questa stagione.

“Iniziamo dalla Schiava (o Vernatsch) - spiega Lukas - una delle due uve rosse autoctone dell’Alto Adige. Un po’ snobbata in passato, ora sta cominciando a ridestare interesse”.

Vernatsch Gschleier Alte Reben, Girlan 2019

“Questa Schiava è una delle migliori che esistano. Vino classico, molto tradizionale. Poco colore e tannino, giusta acidità. Va bene sempre, anche con il pesce o gli antipasti. Ottimo anche fresco, come un succo di frutta”.

Donà Rouge, Hartmann Donà 2015

“Una schiava particolare, un po’ più complessa, di cui si possono bere anche annate meno recenti. Una reinterpretazione del vitigno davvero interessante”.

“L’altra uva rossa autoctona dell’Alto Adige: il Lagrein”.

“Un classico. Se non avete mai assaggiato il Lagrein, dovete iniziare da questo. Strutturato, tannico, bella acidità, frutto scuro, spezie”.

“Piccolissimo produttore. Naturale, biodinamico, questo Lagrein non è per tutti. Ma se ami il genere, te ne innamori di sicuro perché è particolare, diverso, divertente”.

“Dopo gli autoctoni - continua Lukas - passiamo a quello che secondo me è il terzo miglior vitigno dell’Alto Adige: il Pinot Nero”.

Pinot Noir Riserva, Fenja Hinz 2019

“Questa ragazza fa un Pinot Nero davvero elegante. Provare per credere. Pochissimi ettari, oltre al Pinot Nero produce anche un Pinot Bianco”.

Pinot Nero Pònkler, Franz Haas, 2016

“Uno dei più rari della nostra zona e uno dei migliori in Italia. Un unico vigneto a quota 750 metri, pochissime bottiglie prodotte. Annata 2016 quasi introvabile, ma se ci riuscite…”

“Proseguiamo con il Pinot Nero, ma cambiamo zona: andiamo in Germania. C’è questo pregiudizio - spiega Lukas - per cui tra Germania e Borgogna scelgono tutti la seconda, anche se la qualità-prezzo del Pinot Nero tedesco è incredibile. Ecco perché al St. Hubertus lo faccio quasi sempre degustare alla cieca!”

Spätburgunder Bürgstadter, Rudolf Fürst 2017

“Uno dei tre migliori produttori di Pinot Nero in Germania. Questa bottiglia non è il vino base della Cantina, diciamo che è un livello medio, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Da comprare a casse”.

“Arriviamo in Borgogna, la patria del Pinot Nero, da cui provengono le bottiglie più famose del mondo”.

Vosne-Romanée Bossières, Jean Grivot 2015

“È il vicino di Romanée-Conti. Solo 15 ettari. Stiamo parlando di un livello davvero alto, anche di prezzo. Un vino emozionale, veramente stupendo”.

“Ora è il momento di un altro grande vitigno: il Nebbiolo”.

“Rinaldi è un barolista famosissimo, ma il suo Barolo è quasi introvabile, in internet raggiunge cifre folli perché ci sono poche bottiglie in circolazione e il prezzo schizza alle stelle. Vi consiglio allora il suo Langhe Nebbiolo. Ha una tale eleganza, freschezza e forza che alla cieca vince contro tanti Barolo”.

“Questo invece è il vino top di un produttore poco conosciuto. Barolo buonissimo con uno stile tradizionale. Qualità-prezzo eccezionale”.

“Ecco il nostro +1. Chiudo con il Syrah - spiega Lukas - perché secondo me è un’uva molto divertente in inverno”.

Saint-Joseph Clos Florentin, Jean-Louis Chave 2018

“Qui ci ho lavorato! La cantina è famosa per l’Hermitage, poi, qualche anno fa il produttore ha comprato a Saint Josef una vigna che si chiama Clos Florentin. Lì fa questo Syrah in purezza, frutto scuro, pepe, bella acidità. Molto classico, fantastico”.